Negli ultimi anni molti commenti finanziari sono partiti dall’assunto che il migliore andamento dell’economia statunitense rispetto a quella europea continentale, dopo la crisi del 2008, fosse dovuto alle azioni di quantitative easing dispiegate dalla Federal Reserve. L’inerzia della BCE, viceversa, la principale responsabile della stagnazione dell’Eurozona.
Oggi il gap si è colmato ed anzi le parti sembrano essersi invertite: la Federal Reserve pare avviata verso una lenta e prudente normalizzazione, la BCE invece è in piena attività di acquisto di titoli di stato ed altri attivi.
Quale crescita dobbiamo dunque attenderci nei Paesi dell’Unione Monetaria Europea?
Il grafico che mostriamo a seguire può aiutarci a modellare le aspettative.
Mostra le previsioni di crescita del PIL statunitense fatte dalla Federal Reserve nell’era delle tre grandi operazioni di Quantitative Easing, iniziata nel 2009.
Le previsioni, fatte su un arco biennale o triennale, sono rappresentate dalle linee colorate. L’andamento reale dalla linea nera tratteggiata.
Si possono notare tre dati importanti: le stime sono state sempre riviste al ribasso rispetto alle precedenti; la crescita reale è stata quasi sempre al di sotto delle previsioni; le ultime previsioni indicano una crescita che tende a rallentare.
Insomma, rispetto all’economia reale le operazioni di QE appaiono in realtà più uno strumento di salvataggio – dal credit crunch e dalla depressione – che uno strumento di stimolo.
Un forte stimolo hanno invece esercitato sulle quotazioni azionarie, come molti grafici hanno ormai mostrato.
Si tenga inoltre presente che i rendimenti delle obbligazioni a lungo termine – buon termometro delle attese di crescita – si sono schiacciati assai più nell’Eurozona che negli USA.
In realtà il substrato sociale, economico e normativo statunitense è stato un fattore non di poco conto della capacità di reazione di quell’area alla crisi. Si può dire che rimesso in sicurezza, quel sistema ha ripreso a funzionare. Senza tuttavia uscire indenne dai drammatici eventi della fine dello scorso decennio, come mostra la crescita attesa ben al di sotto di quella anteriore alla crisi finanziaria.
Oggi che il QE dell’Eurozona è arrivato, siamo davvero avviati ad una ripresa robusta e duratura? Il fattore chiave, crediamo, rimane quello del governo dell’economia reale, che la politica monetaria lambisce soltanto.