L’esperienza del consulente indipendente fa sperimentare che il livello di conoscenze e di consapevolezza degli investitori è assai vario. Vi è chi lo possiede in grado molto buono e chi invece tiene insieme giuste convinzioni con idee sbagliate o pericolose lacune, con tante situazioni intermedie. Si badi che qui non ci si riferisce a conoscenze e capacità specialistiche e tecniche, che devono essere il bagaglio del professionista di settore ma non devono essere pretese in chi non si dedichi agli investimenti per mestiere. Si tratta delle conoscenze fondamentali che riguardano la funzione del risparmio, il metodo di investimento, la percezione dell’ampiezza e della diversità delle offerte sul mercato.
Può essere utile delineare gli ambiti della conoscenza e della consapevolezza finanziaria, così che il lettore possa analizzare se stesso e valutare le opportune azioni da intraprendere per colmare le proprie lacune.
Si constata con una certa frequenza che, almeno inizialmente, le domande e le convinzioni dell’investitore siano almeno un po’ disordinate: le domande possono essere giuste ma non essere quelle più importanti. Le convinzioni, fondate spesso su esperienze personali o di famiglia e su punti di riferimento istintivi, magari non sono sbagliate ma rappresentano la realtà in modo incompleto.
Una conoscenza corretta ma parziale può essere pericolosa perché può fondare false sicurezze. Un abile venditore, un’abile campagna di comunicazione, troveranno facilmente tra le convinzioni esatte una base su cui far leva, così che appaia perfetto un prodotto o una impostazione che, per molti aspetti che l’investitore non conosce, possono essere inefficienti o sbagliati.
Ecco dunque quattro ambiti sui quali l’investitore dovrebbe valutare la propria preparazione.
Il primo è quello della capacità di pianificazione. Il problema di come investire deve essere inserito nel contesto di un vero e proprio bilancio, storico e prospettico. E per bilancio non si intende un semplice conto economico, reddito meno spese. Ancor meno il conto “ho guadagnato o perso” sui miei investimenti. Si intende un vero e proprio stato patrimoniale e conto economico della famiglia, nel quale siano correttamente valutati sia il complesso del patrimonio – immobili, attività economiche, investimenti finanziari e debiti – sia i redditi attuali e futuri a fronte delle attuali e future spese. Assieme ad una corretta valutazione dei rischi a cui tutti questi assets sono esposti. Ai redditi ad ai risparmi devono essere dati obbiettivi utili, misurabili e realistici.
Venendo alla problematica più specifica delle scelte di investimento, il secondo ambito di valutazione è quello della conoscenza delle qualità utili ad un portafoglio di attività finanziarie. La riduzione e diversificazione del rischio di controparte, la liquidità, l’efficienza sotto il profilo dei costi, la gestione delle opportunità e dei rischi di mercato, eccetera. E’ impossibile fare scelte oculate senza darsi criteri di investimento corretti e completi.
Il terzo ambito di conoscenza è relativo all’offerta di strumenti e prodotti. L’offerta è assai ampia ma non basta la conoscenza dei diversi tipi. E’ necessario conoscere le caratteristiche e gli interessi di chi li offre e di chi li intermedia. E come l’economia e i mercati impattano sui diversi strumenti e sui diversi players finanziari.
Il quarto ambito è la conoscenza di sé nel senso più stretto. L’investitore valuti quanto tempo può dedicare alla formazione ed all’informazione finanziaria e poi alla gestione del suo portafoglio. E con quale autocontrollo è capace di reagire agli inevitabili momenti di paura così come alle fasi di euforia dei mercati.
La consulenza finanziaria indipendente offre un supporto importante nel colmare le lacune e nel sostituirsi in quelle funzioni che l’investitore non può compiere da sé o che non vuole compiere perché più utilmente impegnato in altro. Soltanto in quelle funzioni, però: il consulente non deve mai sostituire il cliente. Le scelte fatte saranno tanto più appropriate ed efficaci quanto più avranno il cliente per autore, con il consulente per supporto tecnico. A questo riguardo il cliente può sbagliare da due lati, nell’eccesso di confidenza in se stesso e nell’eccesso di delega.
In ogni caso l’’assenza di conflitto di interessi del consulente indipendente lo pone nella posizione migliore per offrire un controllo sia sulle fasi di progettazione e di realizzazione del processo di investimento sia sulle controparti dell’investitore. Sarà invece l’investitore stesso a definire gli obbiettivi personali che orientano tutto il processo.