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Giu 06

Informazioni sugli strumenti e prodotti finanziari e sui principali fattori di rischio. III

NATURA E RISCHI DI ALTRI PRODOTTI E STRUMENTI FINANZIARI

Prodotti assicurativi – finanziari

Sono prodotti finanziari assicurativi le polizze unit linked ed index linked, nonché i contratti di capitalizzazione.

Polizze index linked

Le polizze index linked sono contratti di assicurazione sulla vita in cui il valore delle prestazioni, dunque il rendimento della polizza è collegato all’andamento di un determinato indice o di un altro valore di riferimento.

È possibile classificare le polizze index linked in tre categorie:

· Pure: il contratto non prevede né un rendimento minimo, né la restituzione del capitale. Di conseguenza il guadagno o la perdita sono legati alla fluttuazione dell’indice di riferimento;

· a Capitale Parzialmente Garantito: il contratto prevede che anche in caso di andamento negativo dell’indice di riferimento, all’assicurato spetti la parziale restituzione del capitale investito;

· a Capitale Garantito: il contratto prevede la restituzione del premio versato o investito. Nel caso delle index linked a rendimento minimo, all’assicurato viene restituito il capitale maggiorato di un tasso di interesse fisso annuo.

Polizze unit linked

Le assicurazioni unit linked sono contratti in cui il valore del capitale assicurato dipende dall’andamento del valore delle quote di OICR interni (appositamente costituiti dall’impresa di assicurazione) o esterni in cui vengono investiti i premi versati, dedotti i caricamenti, il costo per la copertura caso morte, le eventuali coperture accessorie e le commissioni di gestione.

Analogamente alle index linked anche le polizze unit linked possono essere classificate in diverse categorie:

· pure: in cui può verificarsi una perdita nel caso di deprezzamento delle quote del fondo;

· a Capitale Garantito: in cui si garantisce all’assicurato il rimborso del capitale investito eventualmente rivalutato di un determinato tasso di interesse.

Contratti di capitalizzazione

La capitalizzazione è il contratto con il quale l’impresa di assicurazione si impegna a pagare una determinata somma di denaro dopo un certo numero di anni (non meno di cinque) a fronte del pagamento di premi unici o periodici. Ciò che caratterizza questi contratti è che le somme dovute dall’assicuratore non dipendono dal verificarsi di eventi attinenti la vita dell’assicurato.

Con riferimento ai suddetti strumenti finanziari assicurativi occorre tener presente che il rendimento ottenibile da queste tipologie di prodotto è legato alle oscillazioni del valore delle quote del fondo, dell’indice o del titolo di riferimento a cui è legato il valore della polizza.

Obbligazioni strutturate

I titoli strutturati sono titoli di debito costituiti da una componente obbligazionaria ed una o più componenti definite “derivative”, cioè contratti di acquisto e/o vendita di strumenti finanziari (indici, azioni, valute, ecc.).

Il rimborso e/o la remunerazione dell’obbligazione viene infatti indicizzata all’andamento dei prezzi di una delle seguenti attività finanziarie:

· azioni o panieri di azioni quotate in Borsa o in un altro mercato;

· indici azionari o panieri di indici azionari;

· valute;

· quote o azioni di OICR;

· merci per le quali esiste un mercato di riferimento caratterizzato dalla disponibilità di informazioni continue e aggiornate sui prezzi delle attività negoziate.

Le obbligazioni strutturate hanno come caratteristica comune modalità particolari di calcolo della cedola o del valore di rimborso, a volte particolarmente complesse.

Alla categoria delle strutturate appartengono varie tipologie di obbligazioni. Alcune di queste mantengono le caratteristiche tipiche delle obbligazioni classiche, e cioè la restituzione del capitale investito, presentando elementi di varia complessità per la determinazione degli interessi. Altre obbligazioni strutturate, invece, presentano notevoli differenze rispetto al concetto tradizionale di obbligazione, poiché non garantiscono l’integrale restituzione del capitale. Costituisce, questa, una caratteristica di assoluto rilievo per il risparmiatore, in quanto muta radicalmente il profilo di rischio dell’investimento.

Di seguito si riporta la descrizione delle principali tipologie di obbligazioni strutturate presenti sul mercato. Tutte le obbligazioni illustrate si caratterizzano per la presenza di elementi di varia complessità in relazione alla determinazione della cedola dovuta al sottoscrittore. Va pertanto posta una particolare attenzione alla struttura cedolare dell’obbligazione proposta.

Obbligazioni reverse convertible

Sono strumenti finanziari che promettono al sottoscrittore una cedola particolarmente elevata. Comportano però il rischio per l’investitore di ricevere alla scadenza, in luogo del capitale inizialmente versato, un numero di azioni il cui controvalore è inferiore all’investimento originario. Pertanto chi acquista una reverse convertible confida che il valore dell’azione sottostante rimanga immutato o che aumenti. In linea teorica il capitale investito può azzerarsi, ferma restando la percezione della cedola, nel caso limite in cui il valore dell’azione sottostante si annulli alla scadenza o ad altra data prevista nel regolamento di emissione.

Obbligazioni linked

Il rendimento è collegato all’andamento di determinati prodotti finanziari o reali, quali azioni o panieri di azioni (equity linked), indici (index linked), tassi di cambio (forex linked), merci (commodities linked), fondi comuni di investimento (funds linked) o altro. Il tasso di interesse corrisposto è generalmente inferiore a quello di mercato, mentre alla scadenza viene garantito il rimborso alla pari del prestito. Il risparmiatore ha però il vantaggio di poter ottenere un premio commisurato all’andamento del prodotto finanziario sottostante.

Obbligazioni Callable

Si tratta di obbligazioni munite di una clausola che attribuisce all’emittente la facoltà di rimborsare anticipatamente il prestito. L’opzione che l’emittente si riserva ha evidentemente un valore che dovrebbe essere riconosciuto all’investitore attraverso un rendimento cedolare superiore a quello corrente di mercato.

I titoli strutturati, anche se presentano tutte le caratteristiche ed i rischi propri di un titolo di debito, durante la loro vita possono evidenziare oscillazioni del prezzo maggiori dei titoli di debito non strutturati, con rischi di perdite accentuate in caso di smobilizzo prima della scadenza. A scadenza poi il rischio principale è rappresentato dal rendimento che può essere superiore, ma anche inferiore, rispetto ai titoli di debito non strutturati. In generale, le obbligazioni strutturate sono strumenti complessi e necessitano di una completa comprensione del loro funzionamento.

In particolare:

· rischio di liquidità: legato alla impossibilità per l’investitore di liquidare parzialmente o totalmente l’investimento prima della scadenza stabilita;

· rischio di controparte: rappresentato dalla possibilità che l’emittente non sia in grado di fare fronte alle obbligazioni assunte relativamente al pagamento delle cedole e/o del capitale.

Pronti contro termine (PCT)

L’operazione di PCT si realizza attraverso l’acquisto da parte del cliente, in una certa data (a pronti), di strumenti finanziari di proprietà della banca (sottostante); contestualmente la banca riacquista dal cliente, alla scadenza convenuta (a termine), i medesimi strumenti finanziari. Il cliente concordando preventivamente con la banca il controvalore da versare a pronti ed il controvalore che incasserà a termine, si assicura un rendimento predeterminato (Tasso PCT concordato) svincolato dall’andamento dell’attività finanziaria sottostante. Il rischio dipende dall’affidabilità dell’intermediario che effettua l’operazione di pronti contro termine nel caso l’intermediario presti garanzia, nel caso non la presti dipende dal merito di credito degli strumenti finanziari oggetto dell’operazione

LA RISCHIOSITA’ DEL SERVIZIO DI GESTIONE DI PORTAFOGLI

Il servizio di investimento di gestione di portafogli di investimenti in strumenti finanziari consente di avvalersi delle conoscenze e dell’esperienza di professionisti del settore nella scelta e combinazione di strumenti finanziari in cui investire e nell’esecuzione delle relative operazioni. L’investitore, con le modalità preconcordate, può intervenire direttamente nel corso dello svolgimento del servizio di investimento impartendo istruzioni vincolanti per l’intermediario. La rischiosità di una gestione di portafoglio di investimenti in strumenti finanziari è espressa dalla variabilità dei risultati economici conseguiti dall’intermediario. L’investitore può orientare la rischiosità del servizio di investimento definendo contrattualmente i limiti entro cui devono essere effettuate le scelte di gestione. Tali limiti, complessivamente considerati, definiscono le caratteristiche di una gestione di portafoglio di investimenti in strumenti finanziari e devono essere riportati obbligatoriamente nell’apposito contratto sottoscritto. La rischiosità effettiva di una gestione di portafoglio di investimenti in strumenti finanziari, tuttavia, dipende dalle scelte operate dal gestore che, seppure debbano rimanere entro i limiti contrattuali, sono solitamente caratterizzate da ampi margini di discrezionalità circa i titoli da acquistare o vendere e il momento in cui eseguire le operazioni. L’intermediario deve comunque esplicitare il grado di rischio di ciascuna linea di investimento. L’investitore deve informarsi approfonditamente presso l’intermediario sulle caratteristiche e sul grado di rischio della linea di investimento che intende prescegliere e deve comunque concludere il contratto solo se è ragionevolmente sicuro di aver compreso la natura della linea di investimento ed il grado di esposizione al rischio che essa comporta. Prima di concludere il contratto, una volta apprezzato il grado di rischio della linea di investimento prescelta, l’investitore e l’intermediario devono valutare se l’investimento complessivo è adeguato per l’investitore, con particolare riferimento alla situazione patrimoniale, agli obiettivi d’investimento ed alla esperienza nel campo degli investimenti in strumenti finanziari di quest’ultimo.

La rischiosità di una linea di gestione

L’investitore può orientare la rischiosità di una linea di investimento principalmente attraverso la definizione:

· delle categorie di strumenti finanziari in cui può essere investito il patrimonio dell’investitore e dei limiti previsti per ciascuna categoria.

· del grado di leva finanziaria utilizzabile dall’intermediario nell’ambito della linea di investimento.

Gli strumenti finanziari inseribili in una linea di investimento

Con riferimento alle categorie di strumenti finanziari ed alla valutazione del rischio che tali strumenti comportano per l’investitore, si rimanda alla parte del presente documento sulla valutazione del rischio di un investimento in strumenti finanziari. Le caratteristiche di rischio di una linea di gestione tenderanno a riflettere la rischiosità degli strumenti finanziari in cui esse possono investire, in relazione alla quota che tali strumenti rappresentano rispetto al patrimonio gestito. Ad esempio, una linea di gestione che preveda l’investimento di una percentuale rilevante del patrimonio in titoli a basso rischio, avrà caratteristiche di rischio similari; al contrario, ove la percentuale d’investimenti a basso rischio prevista fosse relativamente piccola, la rischiosità complessiva della linea di gestione sarà diversa e più elevata.

La leva finanziaria

Nel contratto di gestione deve essere stabilita la misura massima della leva finanziaria di ciascuna linea di investimento; la leva finanziaria è rappresentata da un numero uguale o superiore all’unità. Per molti investitori deve considerarsi adeguata una leva finanziaria pari ad uno. In questo caso, infatti, essa non influisce sulla rischiosità della linea di investimento. La leva finanziaria, infatti, misura di quante volte l’intermediario può incrementare il controvalore degli strumenti finanziari detenuti in gestione per conto del Cliente rispetto al patrimonio conferito nella linea di investimento del Cliente stesso. L’incremento della leva finanziaria utilizzata comporta un aumento della rischiosità della linea di investimento. L’intermediario può innalzare la misura della leva finanziaria facendo ricorso a finanziamenti oppure concordando con le controparti di regolare in modo differito le operazioni ovvero utilizzando strumenti finanziari derivati (ove previsti contrattualmente dalla linea di investimento.

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